quarta-feira, 27 de fevereiro de 2008

Salvano Srl

Caros Enoamigos,

Hoje gostaria de falar um pouco sobre a Vinicola Salvano.

Esta Vinicola esta localizada no baixo Piemonte, a direita do Rio Tanaro, onde se estende uma terra conhecida pela suavidade das suas colinas e famosa pelos seus vinhos: a Langha. Em um vale verde sobre as colinas estao as videiras de Barolo e Dolcetto. No vale Talloria, esta localizada a cantina da Vinicola Salvano Srl.


Antigo e moderno, rustico e tecnologia, antigas tradicoes e inovacoes enologicas se encontram felizmente na nova cantina Salvano: de uma parte, modernos botes de aco inox, garantia de higiene, e uma completa linha de engarrafamento; do outro botes de carvalho e "barriques", onde reposam os grandes vinhos do Piemonte, Barolo, Barbaresco e Barbera barricata.

La Casa di Bacco, importa da Vinicola Salvano os vinhos: Barolo, Barbaresco, Barbera d'Alba, Roero Arneis, Gavi, Langhe Chardonnay, Moscato d'Asti entre outros.


Para obter maiores informacoes sobre os vinhos da Vinicola Salvano, entrem em contato conosco.
Fazemos entregas em todo os Estados do Brasil.
Enoabracos,
Simone Ferreira
LCB

Degustação em Paracicaba!!!

Caros Enoamigos de Piracicaba,

Nosso Enoamigo Luiz Otavio, esta organizando mais uma degustação e desta vez com os Vinhos da Vinicola Salvano, da Fratelli Borgogno e com 2 Supertoscanos da Tenuta Vecchie Terre di Montefili.

Segue abaixo os detalhes e quem quiser participar deste evento, entre em contato com o Luiz, pelo e-mail ou pelo telefone abaixo especificado:

Degustação de Vinhos Italianos
Importadora La Casa di Bacco
LOCAL: TRATORIA DI PIERO
RUA D.EUGÊNIA Nº 2239 Piracicaba SP
FONE: (019 ) 34335451 Luiz- 34241583
DIA: 06/03/2008 HORÁRIO: 20:00 hs

VINHOS APRESENTADOS:

1- Salvano Prosecco Frizante IGT Veneto
2- Salvano Prosecco Spumante IGT Veneto Extra Dry
3- Salvano Aliseo Vino da Tavola 2005
4- Salvano Langhe Chardonnay 2005
5- Salvano Roero Arneis DOCG 2005
6- Vecchie Terre di Montefili Vigna Regis 2002
7- Vecchie Terre di Montefili Bruno di Rocca 1999
8- Serio Borgogno Barolo Cannubi 2000

Após a degustação será servido:Tagliatelle e Brajola recheada com Funghi Porcini

Somente 15 vagas

PREÇO POR PESSOA: R$ 80,00

CONTATO: LUIZ OTÁVIO E-Mail- luizotaviol@uol.com.br

Boa degustação pra voces e aguardamos as novidades da noite.

Enoabracos,
Simone Ferreira
LCB

terça-feira, 26 de fevereiro de 2008

Barolo Cannubi- Fratelli Serio & Battista Borgogno


A Collina Cannubi, fica localizada em Barolo e la encima no topo esta localizada alem da Vinicola Fratelli Serio & Battista Borgogno as suas videiras de uvas Nebbiolo.
La Casa di Bacco, representa com muito orgulho aqui no Brasil os vinhos produzidos por esta Vinicola. Entre seus produtos esta o mais privilegiado, nao somente desta Vinicola como tambem da Regiao do Piemonte, seu filho mais ilustre o : Barolo denominado Barolo Cannubi, por ser feito com uvas Nebbiolo produzidas e vinificadas na Collina Cannubi. Sao poucos os produtores que possuem videiras nesta Collina. Entre os poucos podemos citar: Fratelli Serio & Battista Borgogno.
Segue abaixo as ultimas safras dos Vinhos vinificados nesta regiao:
1999
Dopo un inverno freddo e secco, le precipitazioni abbondanti di marzo e aprile (270 mm) unite a temperature superiori alla media hanno favorito un certo anticipo vegetativo. A seguire, maggio e giugno con temperature di 2 o 3 gradi superiori alla media, quindi luglio, agosto e settembre con tempo secco e molto caldo; inoltre agosto e settembre caratterizzati da notevole escursione termica hanno favorito la perfetta maturazione dei grappoli con formazione di profumi spiccati. Vendemmia mediamente anticipata di dieci giorni. Ne è derivata un’annata caratterizzata da vini bianchi profumati ed eleganti e vini rossi di notevole struttura e morbidezza; particolarmente elevata la qualità del Barolo che è risultato di grande struttura e complessità con piacevoli tannini fini. Notevole sarà la sua longevità.
2000
L’inverno è stato caratterizzato da rigide temperature e avaro di precipitazioni. Aprile e maggio molto piovosi (260 mm) con temperature appena nella media. Questa situazione climatica ha favorito un inizio vegetativo leggermente ritardato. Da giugno a settembre il tempo è stato secco e caldo con temperature che hanno spesso raggiunto i 36-37 °C. Piogge temporalesche sono arrivate particolarmente a fine agosto ed hanno favorito la perfetta maturazione. Le uve sono state raccolte, con una settimana di anticipo, sane ed integre, con acidità molto equilibrata. I vini prodotti sono di particolare pregio: eleganti e fini i vini bianchi, di notevole ricchezza e complessità Barbera, Barolo e Barbaresco.
2001
Finalmente un inverno nella norma con notevoli precipitazioni, due discrete nevicate (280 mm) con temperature molto fredde soprattutto durante il mese di marzo. Ad aprile tempo secco e temperature nella media hanno permesso l’inizio vegetativo in stato regolare. Maggio discretamente piovoso (90 mm) ha aiutato la formazione di riserve idriche preziose poi in estate. Da giugno ad ottobre, tempo secco con temperature elevate e notevoli escursioni termiche notte/giorno; soltanto due brevi temporali non significativi. La vendemmia è stata effettuata nella normalità: uve sane, specie Barbera e Nebbiolo provviste di bucce molto spesse. Nella storia degli ultimi 100 anni è eccezionale il caso di due ottimi raccolti consecutivi; non solo: con quest’ annata si annoverano ben 7 vendemmie da molto buone ad eccellenti per Barolo e Barbaresco. L’annata 2000, di enorme prestigio, è incredibilmente superata per Barolo e Barbaresco che riteniamo di livello grandioso.
2003
Un andamento climatico rigido e asciutto ha caratterizzato questo inverno. Aprile di buona piovosità ha permesso di fare una buona riserva idrica, che si è rilevata di straordinaria preziosità nel prosieguo dell’annata. A maggio è iniziata un’estate africana che è durata ben 4 mesi, senza escursioni termiche ad agosto e settembre. Queste condizioni climatiche oltre a preservare il vigneto da qualsiasi inizio di infezione crittogamica, hanno notevolmente accelerato il processo di maturazione. Il Nebbiolo (da Barbaresco e Barolo) ha raggiunto la maturazione fenolica a partire dalla terza decade di settembre quando è iniziata la raccolta finita il 5 ottobre. Con queste condizioni climatiche estreme, salvo per i vigneti giovani (fino a 6/7 anni) sofferenti di stress idrico, la vite ha portato a perfetta maturazione zuccherina e fenolica le uve, con rese però inferiori del 40% in media. Andando indietro negli anni ricordiamo condizioni climatiche similari nel 1947 e nel 1961: annate di grandissimo prestigio nonostante condizioni avverse. Il Barolo e il Barbaresco sono attualmente di grande struttura e con tannini fini. Solo dopo due anni comunque si potrà verificare lo sviluppo in fatto di complessità ed eleganza, ma già ora l’ottimo livello a cui appartengono fa apprezzare la loro grandezza.
2004
Dopo un inverno finalmente contrassegnato da tre nevicate abbondanti è arrivata una primavera particolarmente piovosa (450 mm di precipitazioni da marzo a maggio); condizioni climatiche benvenute: soprattutto in quanto la neve è servita a ripristinare le riserve idriche del suolo esaurite dalla calda e secca estate 2003. Favorito dal decorso stagionale e dalla forte gettata primaverile della vite, il carico di grappoli si è subito manifestato particolarmente abbondante; pertanto nell’operazione di sfogliatura si è già provveduto a diminuirne la quantità. Le condizioni climatiche estive sono state decisamente favorevoli: oltre tre mesi con temperature ideali e con assenza di precipitazioni; inoltre dai primi di settembre, fino a vendemmia, notevoli escursioni termiche giorno/notte, hanno favorito l’ingrossamento dei grappoli: pertanto è stato determinante il severo ed in alcuni casi drastico diradamento dei grappoli operato precedentemente. Questa delicata e costosa operazione ha favorito un’ideale maturazione di tutte le uve. Mai come quest’anno si è verificata una differenza qualitativa così marcata tra chi ha gestito intelligentemente la resa dei vigneti e chi ha lasciato sulla vite la quantità derivante dalla gettata primaverile che si è dimostrata veramente eccessiva.
Foto e texto tirados do site da Vinicola Fratelli Serio e Battista Borgogno.
Enoabracos,
Simone Ferreira
LCB


Tabela de Safras dos Vinhos Barolo, Barbaresco, Chianti Classico e Brunello di Montalcino.

Caros Enoamigos,

Segundo o site La Vinium, segue a classificacao das safras de alguns dos melhores vinhos Italianos.

Coloquei a classificacao apartir dos anos 90, mais se quiserem toda a classificacao, voces iram encontar na pagina: http://www.lavinium.com/italiano/annate.shtml

Safra 1990
Barolo
@@@@@
Barbaresco
@@@@@
Chianti Classico
@@@@@
Brunello di Montacino
@@@@@


Safra 1991
Barolo
@@@
Barbaresco
@@@
Chianti Clássico
@@@
Brunello di Montalcino
@@@

Safra 1992
Barolo
@@
Barbaresco
@@
Chianti Clássico
@1/2
Brunello di Montalcino
@@

Safra 1993
Barolo
@@@
Barbaresco
@@@
Chianti Clássico
@@@@
Brunello di Montalcino
@@@@

Safra 1994

Barolo
@@
Barbaresco
@@
Chianti Clássico
@@@
Brunello di Montalcino
@@@

Safra 1995
Barolo
@@@@
Barbaresco
@@@@
Chianti Clássico
@@@@@
Brunello di Montalcino
@@@@

Safra 1996
Barolo
@@@@@
Barbaresco
@@@@@
Chianti Clássico
@@@@
Brunello di Montalcino
@@@

Safra 1997
Barolo
@@@@@
Barbaresco
@@@@@
Chianti Clássico
@@@@@
Brunello di Montalcino
@@@@@

Safra 1998
Barolo
@@@@@
Barbaresco
@@@@@
Chianti Clássico
@@@@
Brunello di Montalcino
@@@@@

Safra 1999
Barolo
@@@@@
Barbaresco
@@@@@
Chianti Clássico
@@@@@
Brunello di Montalcino
@@@@@

Safra 2000
Barolo
@@@@1/2
Barbaresco
@@@@1/2
Chianti Clássico
@@@
Brunello di Montalcino
@@@

Safra 2001
Barolo
@@@@@
Barbaresco
@@@@@
Chianti Clássico
@@@@
Brunello di Montalcino
@@@@

Safra 2002
Barolo
@@
Barbaresco
@@
Chianti Clássico
@@1/2
Brunello di Montalcino
@@

Safra 2003
Barolo
@@@
Barbaresco
@@@
Chianti Clássico
@@@@
Brunello di Montalcino
@@@@

Safra 2004
Barolo
@@@@
Barbaresco
@@@@1/2
Chianti Clássico
@@@@1/2
Brunello di Montalcino
@@@@@

Safra 2005
Barolo
@@@@
Barbaresco
@@@@
Chianti Clássico
@@@@
Brunello di Montalcino
@@@@

Legenda:
@=mediocre
@@=discreta
@@@=buona
@@@@=ottima
@@@@@=eccellente

N.B. Per le vendemmie successive alla 2003, la classificazione è da considerarsi provvisoria.

Lembro aos Amantes de Bacco, que temos em estoque os vinhos das seguintes safras:

Barolo Cannubi 2000, safra classificada como @@@@1/2 Otima

Barolo 2001, safra classificada como @@@@@ Excellente

Barbaresco Riserva 2000, safra classificada como @@@@1/2 Otima

Barbaresco 2003, safra classificada como @@@ Boa

Chianti Classico 2002, safra classificada como @@1/2 Discreta

Brunello di Montalcino 1999, safra classificada como @@@@@ Excelente

Brunello di Montalcino 2000, safra classificada como @@@ Boa

Para maiores informacoes entrem em contato conosco pelo email: lacasadibacco1@yahoo.com.br.
Enoabracos,

Simone Ferreira
LCB

Vecchie Terre di Montefili

Caros Enoamigos,

No site: http://www.acquabuona.it/, o Sig Pardini Fernando, visitou em Setembro de 2007 a Vinicola Vecchie Terre di Montefili na Toscana.
Segue abaixo a entrevista na integra pra voces.

Toda a informacao e fotos foram retiradas do site italiano: Acquabuona.


Parlare di Montefili non è come parlare di un posto qualsiasi. Almeno per quanto mi riguarda. Troppi i ricordi, che poi sono ricordi di viaggiatore. A quel crocicchio d'alta collina infatti, una trentina d'anni fa, e per diversi anni a seguire, la 127 rossa di mio padre arrivava regolarmente arrancando, per via del viaggio che cominciava a farsi sentire e per via di quell'ultimo strappo in salita - fatto di curve, bosco e polvere bianca- che ti toccava fare se ti prefiggevi, come noi ci prefiggevamo, di raggiungere Montefili arrivandoci dalla Badia a Passignano. A quel crocicchio la sosta era inevitabile, sia per far riposare il motore dopo le fatiche della ennesima gita fuori porta, sia per far riprendere i passeggeri (soprattutto il sottoscritto, immancabile sul sedile posteriore) dalle conseguenze del perdurante sballottamento, sia soprattutto per prendere la decisione fatidica della giornata: " dove si va?". Eh sì, perché dalla Versilia partivamo alla buon'ora con destinazione Chianti Classico, ma dove andare in particolare spesso lo decidevamo lì per lì, a Montefili, consueto crocevia di un passaggio pressoché obbligato. Capitava così a volte di proseguire a diritto e planare su Greve dal colle ripido di Montefioralle, e allora la sosta mangereccia al Verrazzano (con risultati alterni a dire il vero) non era cosa rara, oppure di girare a destra per inoltrarsi nella Conca d'Oro panzanese ed azzardare persino le terre senesi. In quel caso, sosta obbligata (e mangereccia) da Montagliari. Quasi sempre, alla sera, eravamo spossati; la 127, più rossa del solito. Nello stesso tempo, e me ne accorgo oggi più che allora, i ricordi si stavano riempiendo di qualche cosa di incancellabile.

A un passo da quel crocicchio di collina, fra Greve e Panzano, ecco che l'azienda agricola Vecchie Terre di Montefili fece la sua timida comparsa ( quanto meno nell'immaginario mio) agli inizi degli anni '80. Ce ne accorgemmo non tanto dai segnali stradali quanto da un inatteso (per quanto ci colpì) Chianti Classico 1982, probabilmente acquistato da mio padre all'Enoteca di Greve durante una di quelle trasferte là. Quella bottiglia ci informò di una presenza nuova nel panorama chiantigiano. Di più, quel vino segnò come uno spartiacque nella mia acerba consapevolezza enoica: non so perché ma mi piacque molto più di altri (che so, al pari di un Savignola Paolina degli anni '70, o di un Riecine) al punto da ricordarne ancora la sensazione di corpo e finezza finalmente fuse, e quella fisionomia compiuta, perfetta, "senza grinze", davvero inusuale per un Chianti di allora. Quel vino pareva avesse il dono di una maggiore consapevolezza di sè, ecco cos'era. Da semplici appassionati quali eravamo, non ci azzardammo mai a bussare a quell'indirizzo, ma i nostri passaggi da Montefili, da lì in poi, furono ravvivati da una certezza in più e da un vino nuovo di nostro gradimento . Ebbene, se quel Chianti ha segnato il mio tempo di bevitore in erba, quasi certamente ha segnato anche quello di Roccaldo Acuti, il proprietario della novella impresa, perché da quel vino cominciò una avventura nuova, che ha portato una famiglia di imprenditori pratesi ad innamorarsi del Chianti. Un amore per la vita. Di più, se un imprenditore che investe nel mondo del vino può considerarsi cosa ovvia (a quei tempi forse lo era un po' meno), non possono di certo considerarsi cosa ovvia i vini che a Montefili sono nati. Perché fin dai primi loro passi qualcuno intuì che alla loro riuscita andava contribuendo in maniera decisiva un alleato insostituibile: il suo nome era terroir.

Roccaldo Acuti acquistò la proprietà nel 1979, con l'idea in testa di produrre vino importante da potersi vendere bene. Obiettivo centrato, potremmo dire alla luce dei fatti. Fu così che, grazie all'ausilio professionale e umano di Vittorio Fiore, la stoffa di quei solidi rossi dallo squillante spirito chiantigiano iniziò a far parlare di sé. Non una flessione degna di nota, non una defaillance lungo il percorso. Anzi, semmai, oggi che ne apprendo gli sviluppi e i nuovi entusiasmi, mi pare che il tutto si stia traducendo in carattere e personalità ancor più manifesti. Sono vini rossi intriganti questi qua, caratteriali, longevi, figli legittimi di un terroir diverso ed eccezionale, dove l'altitudine sostenuta (siamo a 500 metri slm!) e l'anima galestrosa dei suoli giocano da par loro sulle fisionomie e le attitudini, qualunque sia il vitigno in questione. Qui, è inutile girarci attorno, sono nati due fra i vini più emblematici del Chianti: Bruno di Rocca ed Anfiteatro; con il primo (blend di cabernet sauvignon e sangiovese) che ha cavalcato e vinto la sfida apportata alla stagnante situazione di un tempo dai Supertuscan, distinguendosi puntualmente dal sempre più nutrito novero dei vini di fantasia (non esenti da anonimato) per via del carattere fiero e della rara intensità gustativa; e con il secondo, nato per onorare le potenzialità del sangiovese "d'altura", che ha annoverato prestazioni di rilievo anno via anno, messe in luce anche da recenti verticali, e dove pienezza, tessitura e charme appartengono di diritto all'aristocrazia vinosa regionale. Qui, in piena corrispondenza euritmica con le condizioni microclimatiche dei luoghi, i vini se ne escono lenti, "progressivi", tannicamente incisivi in gioventù, ma con una profondità d'intenti ed una propensione all'invecchiamento che trovano pochi eguali. Sono vini che vogliono tempo. Se glielo concederete quel tempo, sapranno ripagarvi.

Oggi, giornata calda e settembrina, con un sangiovese promettente ancora da vendemmiare, mi ritrovo a Montefili in compagnia dell'autentico "factotum" della tenuta: Tommaso Paglione, enologo di casa nonché genero di Roccaldo. Da qualche tempo ha preso in mano le redini della conduzione enologica, non disperdendo affatto le conquiste di una storia venticinquennale ad alta dignità, ma apportando semmai entusiasmo (autentico) e reale sensibilità interpretativa verso una materia difficile come il sangiovese, soprattutto se stiamo alle non così infrequenti bizzarrie climatiche degli ultimi anni. Ebbene, negli anni 2000 la produzione di Montefili ha partorito una serie di vini di rara compattezza qualitativa. Oggi, insieme a Tommaso, visito gli impianti di sangiovese messi a dimora recentemente e assaggio gli acini nel famoso anfiteatro


Ho l'onore poi di fare un piccolo ripasso delle annate nuove, per sorprendermi ancora di fronte alla seducente personalità del Chianti Classico 2004, in cui freschezza, sfumature e una struggente aulicità ne esaltano l'invidiabile profilo (e reclamano la dignità di una Riserva); oppure di fronte alla profondità del Bruno di Rocca 2004, come sempre volitivo, infiltrante, balsamico, caratteriale; o alla incredibile nobiltà d'animo dell'Anfiteatro 2004, un conseguimento raro in cui la freschezza acida si fa pervasiva e la classe tannica sopraffina, a decretare una delle prestazioni migliori di sempre. E dopo essermi piacevolmente dissetato con il simpatico e profumato Vigna Regis 2005, unico bianco della casa, curioso blend di chardonnay e sauvignon, con un pizzico di gewurz, rimango di sasso di fronte alla prova di botte (botte grande) del Chianti Classico 2006, perché nettezza, equilibri e qualità di frutto sono quelli del vino superiore. Il campione di botte (piccola) destinato all'Anfiteatro 2006 possiede invece materia più concentrata e bocca volumica (c'era da attenderselo), e sfodera un finale di sontuosa dolcezza tannica. Infine, a pochi giorni dall'imbottigliamento, raccogliamo dalla vasca un campione di Chianti Classico 2005: rubino senza forzature, naso freschissimo e minerale, speziato, elegante, aggraziato; beva reiterata, ritmo, sentimento, tipicità...
Setembro 2007 by Sig. Pardini Fernando.
Enoabracos,
Simone Ferreira
LCB

Bruno di Rocca 1999

Caros Enoamigos,

Do site italiano: http://www.lavinium.com/.
Retirei este comentario sobre o vinho Supertoscano Bruno di Rocca safra 1999.
O produto foi analisado e recebeu uma pontuacao: @@@@ = vino molto buono, ottimo se di denominazione non blasonata (tra 86 e 90/100 se la valutazione è espressa in centesimi).

Segue abaixo os comentarios do Sig. Giuliani Roberto.

Bruno di Rocca 1999
Tipologia......................: I.G.T. Rosso
Vitigni..........................: Cabernet Sauvignon 60%, Sangiovese 40%
Titolo alcolometrico.......: 13,5%
Produttore....................: Azienda Agricola Vecchie Terre di Montefili

L'apporto del cabernet è evidente già dal colore, rubino cupo e impenetrabile, con unghia compatta; naso fine e speziato, fruttato di prugna, mora e ribes, su fondo leggermente vegetale e vanigliato. Al palato mostra grande morbidezza e densità, corpo solido e strutturato, tannini fitti ma incredibilmente vellutati, equilibrio quasi perfetto. Il finale è lungo, con ritorno di frutto scuro e note di cacao, pepe e tabacco. Sicuramente più internazionale, ma molto ben fatto e piacevole, con buone possibilità evolutive.

Roberto Giuliani
Voto: @@@@ (degustazione in data: 11/2002)

Enoabracos,
Simone Ferreira
LCB

Vertical do Vinho Supertoscano Bruno di Rocca

Caros Enoamigos,

Nossa Importadora tem muito orgulho de ser a Representante e Distribuidora dos Vinhos da Tenuta Vecchie Terre di Montefili. Entre as preciosidades produzidas por esta conceituada Vinicola Italiana, que esta localizada num dos lugares mais bonitos da Toscana em Greve in Chianti. Esta o vinho Supertoscano Bruno di Rocca, este vinho e feito com uvas 60% Cabernet Sauvignon e 40% Sangiovese. E um vinho que vale a pena ser degustado.
Atualmente em nosso estoque temos as safras 1999 e 2000.

Acho bem interessante este artigo que saiu na pagina:www.porthos.it, sobre a vertical deste vinho. Degustacao esta que contou com nada menos que 13 safras do vinho, desde a sua primeira producao em 1983.

Segue abaixo os comentarios feitos pelo Sig. Sangiorgio Sandro.

Verticale di Bruno di Rocca a cura di Sandro Sangiorgio

Verticale di Bruno di Rocca, vino a base di Sangiovese e Cabernet Sauvignon (60-40 nelle prime annate, poi è cresciuta la parte del vitigno bordolese) della Vecchie Terre di Montefili. Il nome viene dalla passione del signor Roccaldo Acuti, proprietario dell’azienda di Greve, per il Brunello di Montalcino; consapevole di non potersi paragonare al vino senese, l’industriale di Prato si è “accontentato” di questo suo uvaggio che sin dall’inizio non ha aderito al modello di grande materia ricorrente nei supertuscan più celebrati. A occuparsi della viticoltura come consulente c’è Remigio Bordini, uno dei maggiori esperti di Sangiovese, mentre l’assistenza enologica è curata da Vittorio Fiore.Le note si riferiscono a due assaggi. Un primo compiuto nel 2000 in una degustazione pubblica, presente il produttore, organizzata dalla delegazione ais di Modena; un secondo compiuto presso la casa di un appassionato del Bruno di Rocca nel gennaio 2005. Da segnalare la notevole tenuta di alcune annate che modificandosi lentamente hanno maturato una lussuosa molteplicità.


1997
Colore granato denso ma non iper concentrato. Naso piacevole, non un mostro di complessità ma dotato di una consistente quota minerale. In bocca è caldo e convincente nella lunghezza grazie a un’acidità moderata e continua. Non è un vino energico, in compenso esibisce un’interpretazione impeccabile.

1995
Colore granato intenso, ancora in buona forma. Naso affascinante, ricco e sfaccettato, col passare dei minuti si esalta la florealità dell’insieme ben fusa con la sottile nota minerale.In bocca è vivido e asciutto, i tannini sono molto più duri rispetto al 1997 mentre la corposità ha una fisionomia meno piena; notevole la lunghezza e la corrispondenza gusto olfattiva. + Autorevole e teso, non accenna a mollare neanche a due giorni dall’apertura della bottiglia.

1994
Colore granato di media vitalità. Naso monolitico nel quale converge la sinergia di alcol e rovere; solo a tratti si coglie l’elemento di frutta distillata, mentre sfugge la nota minerale. In bocca non ha la medesima presa del 1995 ma si difende, i tannini sono sostenuti dall’acidità e occupano la memoria delle sensazioni finali lasciando poco spazio all’espressione della morbidezza. E’ considerata un’ottima annata a Greve, nonostante in molti posti d’Italia abbia lasciato segni negativi; rispetto a cinque anni fa il vino si è chiuso ulteriormente e non ha allentato l’iniziale spigolosità.

1993
Colore profondo e ancora vivo. Naso intenso, la nota centrale di peperone è una sorpresa dopo la democratica espressione di ’95 e ’97; il Cabernet si fa sentire e prende il sopravvento facendo perdere un po’ di finezza all’insieme. In bocca lo sviluppo è articolato ed elegante, privo dell’energia furiosa di altri ma non per questo passivo; i ritorni bordolesi segnano la qualità dell’epilogo semplificandolo. - E’ uno dei più trasformati rispetto a cinque anni fa, e non in meglio se lo vediamo alla luce dell’esito a bicchiere vuoto e a bottiglia aperta.

1992
Colore granato caldo e di media intensità. Naso decisamente maturo, il Sangiovese e il Cabernet si sfidano in un confronto aperto, caloroso e avvincente, peccato che si esprima in modo un po’ troppo superficiale. In bocca appare una piacevole calorosità, il sapore non affonda e si distende senza alcuna sbavatura. La sua fragilità, dovuta a un’annata media, è arrivata a un punto di non ritorno, tuttavia il vino è ancora unito e conserva l’impronta della tipologia.

1991
Colore granato chiaro, vivo. Naso di notevole immediatezza, si incrociano fiori e note minerali, il compendio ha raggiunto un minuzioso equilibrio tra le varie radici odorose che lo hanno generato; tanta generosità non può corrispondere a una ricchezza profonda, per questo il vino si spegne dopo poco. In bocca ha una morbidezza graduale che esprime sia lo stato di trasformazione del vino sia la qualità incerta del millesimo. - Già nel 2000 non mostrava ampi margini evolutivi, non si è accasciato ma l’essere così immediato è un chiaro segno di debolezza.

1990
Colore granato ancora molto bello, teso e intenso. Naso omogeneo e complesso, la finezza è figlia di una mineralità ricercata e della nitida purezza del Sangiovese. In bocca è coinvolgente, la maniera è voluttuosa, stratificata e compatta; col tempo ha trovato un punto di armonia che ha avvicinato l’anima dura a quella morbida, il finale è così gratificante e restituisce il la ricchezza dell’annata. + Era uno dei migliori di sempre alla sua uscita, si era confermato nel 2000 e non ha perso nulla del suo fascino nonostante i quindici anni di età; certo, è più tenero, ma ciò che lo distingue è la qualità della persistenza.

1989
Colore granato caldo con vena mattone. Naso ispiratore, fa comprendere la riuscita sinergia tra Cabernet e Sangiovese, il primo più esotico e volatile, il secondo terragno e concreto. In bocca è sferico come un vecchio St Julien, non ha perso molto perché la sua fisionomia tonda era un elemento chiaro sin dalla gioventù. I vini di Acuti tengono bene, questo non significa che migliorino sempre, in compenso danno ancora emozioni.

1988
Colore granato caldo e denso. Naso di china e liquirizia, buona la definizione della frutta, forse troppo prevedibile; il bicchiere vuoto consegna un vino riuscito e maturo, nel quale il rovere non ha invaso il campo. In bocca esprime un gran volume, forse ci aspettavamo maggiore energia e invece è arrivata una dinamica godibile ma statica. Vino diseguale, promette profondità, e in parte la concede, assicurando forse un eccesso di linearità; è tra quelli che sono più cambiati negli ultimi anni, durante i quali ha perso più di una sfumatura.

1987
Colore granato ancora vivo. Naso di caffè, nocciola, prugna, burro e pepe; ricchezza articolata e molto definita. In bocca è sottile, longilineo senza essere troppo asciutto, nel finale concede una giusta rotondità. Vino impeccabile e ben conservato, come cinque anni orsono il suo fascino e la sua tensione colpiscono subito ma faticano a tenere.

1986
Colore di magnifica maturità. Naso imprevedibile e diverso da tutti: i sentori di lamponi maturi danno l’idea di un principio di ossidazione, poi spezie, olive e terra assicurano che il vino non molla ed evoca i vitigni che lo compongono. In bocca ha grazia e sa toccare tutti gli spazi sensibili, acidità e tannini percettibili ma sotterranei, memoria di un notevole equilibrio. + A cinque anni dalla precedente, applaudita, esibizione, e con quasi venti anni di vita, è ancora uno dei più emozionanti e sa ancora dividere i degustatori, alcuni infatti lo trovano “troppo” universale per corrispondere all’unità stilistica del Bruno di Rocca.

1985
Colore profondo, granato “carnoso”. Naso molto speziato, si avvertono sentori di cuoio e fiori macerati, il passare dei minuti esalta la tensione di un liquido compatto e promettente. In bocca è viscerale, tannico, intatto nell’energia e nel richiamo puntuale dei profumi che fanno riferimento al Cabernet. + Il tempo passa lentamente per questo magico 1985, piuttosto è bene che il tappo si comporti bene dal momento che qualche campione ha subito più di altri; quando è perfetto va paragonato con il 1995.

1983
Colore stupefacente per vitalità. Naso dall’impatto ermetico, notevole per definizione appena l’ossigeno ne libera la parte superficiale; sotto però palpita una ricchezza meno scontata, concessa solo a chi sa aspettarlo nel bicchiere; il risultato è un’antologia del Chianti Classico, come terroir.In bocca la sua severità si distenda irrequieta e vigorosa, molto volume ma anche sostanza e un finale didascalico nel richiamo degli odori iniziali.+ Come il 1990 questo ’83 mostra la bellezza del Bruno di Rocca, vino cerebrale in grado di slanci inaspettati; la tenuta a bottiglia aperta aggiunge mistero.

Espero que tenham apreciado os comentarios. E descoberto um pouco mais sobre este maravilhoso vinho.

Enoabracos e ate breve.
Simone Ferreira
LCB

sexta-feira, 15 de fevereiro de 2008

Aniversario!!!

Caros Enoamigos,

Em Abril de 2008 a nossa Empresa comemora 3 anos de existencia!!!
Estamos preparando uma bello jantar-degustacao para comemorar esta data.
Em breve estarei postando a data e o local onde acontecera o evento.
Agradeco a todos de antemao por haver confiado e acreditado na nossa empesa e por fazer parte deste nosso circulo maravilhoso que e o Vinho!!!
Enoabracos,
Simone Ferreira
LCB

Pascoa

Caros Enoamigos,

Faltam algumas semanas para a Pascoa...data esta comemorativa e que vai muito bem com uma boa taca de vinho.
A nossa Importadora tem uma selecao exclusiva e excelente para fazer parte da sua comemoracao.
Entrem em contato conosco para saber maiores detalhes dos vinhos e precos.
Enoabracos,
Simone Ferreira
LCB