sábado, 31 de maio de 2008

Consorzio Tutela dell'Asti DOCG


Costituzione
Il Consorzio per la tutela dell'Asti è stato ufficialmente costituito il 17 dicembre 1932 e riconosciuto nel 1934. La sua opera iniziale fu quella di far verificare sotto la sola denominazione di "ASTI" il vino tutelato, di definire la zona di origine, il vitigno, la tecnica di preparazione, la tipologia finale. La denominazione iniziale fu quella di "Consorzio per la Difesa dei Vini Tipici Moscato d'Asti Spumante e Asti Spumante".Il fatto di accentrare nella sola denominazione ASTI l'attenzione del mercato, ebbe una risonanza fondamentale ai fini dell'unificazione dei tipi e quindi della possibilità di poter disporre, da parte della produzione, di una sufficiente quantità di vino atta a soddisfare l'esigenza commerciale e di effettuare una efficace azione promozionale.Il territorio di produzione, individuato nel 1931, è in pratica il medesimo di quello attuale, delimitato dal Disciplinare di Produzione dell'Asti docg e ciò dimostra la validità dell'azione e la lungimiranza di coloro che dell'Asti si occupano fin da quegli anni.Il marchio consortile (il patrono di Asti, San Secondo, a cavallo) fu la prima immagine di tipicità e garanzia che alla fine della seconda guerra mondiale dette una ventata di fiducia agli operatori piemontesi ed ai consumatori di tutto il mondo con i quali l'Italia faticosamente riprendere gli scambi commerciali.

Moscato d'Asti Salvano Srl 2005
Il Moscato d’Asti DOCG

Con l'entrata in vigore della Denominazione d'Origine Controllata e Garantita "ASTI", le due storiche tipologie sono differenziate fin dal vigneto. Così il Moscato d'Asti assume completa autonomia e conferma dell'interesse dei consumatori e dei riconoscimenti conquistati negli ultimi anni grazie all'azione meritoria di alcuni produttori. Dolce ma non stucchevole, con l'inimitabile aroma dell'uva di origine, delicato ed intenso, che ricorda il glicine ed il tiglio, la pesca e l'albicocca con sentori di salvia, limone e fiori d'arancio, il Moscato d'Asti rappresenta uno dei prodotti più caratteristici della viticoltura piemontese. Prodotto quasi esclusivamente da aziende di dimensioni medio piccole o da cantine cooperative che trasformano solamente le uve dei propri vigneti, il Moscato d'Asti ha raggiunto livelli qualitativi straordinari grazie alla diffusione della moderna tecnologia enologica, in particolare quella del freddo, che ha consentito di mantenere nel vino gli aromi ed i sapori del frutto e, nello stesso tempo, di stabilizzare il prodotto permettendone la conservazione ed il trasporto. I quantitativi annuali prodotti sinora (dai 5 ai 6 milioni di bottiglie) sono una piccola ma importante parte del vigneto moscato che viene commercializzata, appunto, come "Moscato d'Asti". Il Consorzio dell'Asti tutela anche il Moscato d'Asti che, pertanto, è sottoposto agli stessi controlli da sempre messi in atto sull'Asti Spumante. Con la docg, inoltre, molte aziende vitivinicole dirette produttrici si sono iscritte al Consorzio al fine di tutelare il prodotto dalle imitazioni e per far crescere il livello qualitativo e valorizzare l'immagine, peraltro già alta, del prodotto.

Uva Moscato

Caratteristiche Organolettiche

Il caratteristico aroma dell’Asti e del Moscato d’Asti nasce dall’unione di composti terpenici a bassa soglia olfattiva contenuti nell’uva moscato con i composti volatili che si formano durante la fermentazione della stessa.Si comprende quindi come sia importante la carica aromatica dell’uva, in quanto, più essa è elevata, tanto più intenso sarà l’aroma del prodotto finito. I terpeni sono rappresentati da composti di diversa natura chimica: Sesquiterpeni, Ossidi, Alcoli mono, di e tri-idrossilati, Idrocarburi terpenici e dai glicosidi allo stato di monosaccaridi e disaccaridi. Questi ultimi, però, proprio per la presenza all’interno della molecola del legame con lo zucchero, risultano scarsamente volatili e quindi olfattivamente non avvertibili. Il moscato è caratterizzato dalla presenza di quantità elevate di tarpeni liberi tra cui il linalolo (250-900 ug/l a seconda delle annate) quale alcole terpenico monoidrossilato principale, ma a comporre l’inconfondibile profumo concorrono anche gli altri terpeni e loro derivati che nella giusta proporzione hanno anch’essi una notevole influenza.Si riscontrano quantità elevate di ossidi piranici del linalolo (150-300 ug/l), di diendiolo 1 (1000-2500 ug/l) e tenori più modesti di nerolo e geraniolo (30-150 ug/l).La presenza degli ossidi furanici, dell’alfa terpineolo, dell’Ho trienolo e dell’endiolo (presenti a livello di pochi microgrammi nel prodotto fresco) in quantità più elevate può rappresentare un indice di invecchiamento fisiologico del prodotto oppure, se il vino è giovane, indice di conservazione non adeguata. L’elevata acidità, la temperatura elevata e l’esposizione alla luce sono infatti i fattori che rendono più veloci le normali trasformazioni della struttura chimica dei terpeni nel tempo. Si evidenzia, quindi, la necessità di consumare l’Asti ed il Moscato d’Asti giovani al fine di apprezzare l’aroma del moscato nella sua completa intensità e tipicità.

Grappolo di uve Moscato
TECNOLOGIA DI PRODUZIONE

L’uva , parzialmente pigiata o intera, viene esaurita con le presse a polmone ed il mosto così ottenuto (max 75 litri ogni 100 quintali di uva) è refrigerato a basse temperature allo scopo di evitare l’avvio di fermentazioni indesiderate; quindi ripulito dalle particelle solide in sospensione mediante l’utilizzo di coadiuvanti di chiarifica, centrifugato e/o filtrato e mantenuto in celle frigorifere a zero gradi fino all’utilizzo per l’elaborazione finale.
Durante il periodo di conservazione del mosto refrigerato è necessario ricorrere periodicamente alla filtrazione al fine di evitare l’innesco di fermentazione spontanee ed indesiderate.
Per il Moscato d’Asti la tecnica di lavorazione ricalca quella dell’Asti. La fermentazione viene in questo caso arrestata a valori prossimi ai 5 gradi alcolici. Ne risulta un prodotto con una quantità di zuccheri maggiore ed un contenuto di anidride carbonica che in bottiglia non supera il valore di 1.7 bar.

Uve Moscato

Area di produzioneLanghe e Monferrato, le zone del Piemonte in cui nascono le uve di Moscato bianco da cui si ottengono l'Asti docg ed il Moscato d'Asti docg. L'area di produzione, delimitata ufficialmente fin dal lontano 1932, comprende 52 Comuni delle province di Alessandria, Asti e Cuneo. La superficie del vigneto a Moscato bianco è di 9120 ettari, suddivisa tra oltre 6800 vignaioli.La zona del Moscato bianco è situata nel sistema collinare alla destra del fiume Tanaro dove i terreni hanno le stesse origini geologiche e quindi le stesse caratteristiche, sia che appartengano all'Alto Monferrato, sia che si riconoscano nelle Langhe: assenza di rocce e struttura estremamente friabile, con frequenti frane, soprattutto dopo le piogge. Più aspre le Langhe, più dolci le colline del Monferrato: due paesaggi diversi ma decisamente attraenti dove niente è scontato ed oleografico, dove nulla si ripete, tanto mutevole e sorprendente è lo scenario che si presenta al visitatore anche più attento e smaliziato. Dove regna la vite, che prospera in filari ordinati, curati, preziosi, capaci di rendere inconfondibile e irripetibile la straordinaria scena del sud Piemonte.
I 52 Comuni dell'Asti e del Moscato d'Asti docg
Provincia di Asti:
Bubbio, Calamandrana, Calosso, Canelli, Cassinasco, Castagnole Lanze, Castel Boglione, Castelletto Molina, Castelnuovo Belbo, Castel Rocchero, Cessole, Coazzolo, Castiglione di Asti, Fontanile, Incisa Scapaccino, Loazzolo, Maranzana, Mombarazzo, Monastero Bormida, Montabone, Nizza Monferrato, Quaranti, San Marzano, Moasca, Sessame, Vesine, Rocchetta Palafea e San Giorgio Scarampi
Provincia di Cuneo:
Camo, Castiglione Tinella, Cossano Belbo, Mango, Neive, Neviglie, Rocchetta Belbo, Serralunga d'Alba, Santo Stefano Belbo, Santa Vittoria d'Alba, Treiso, Trezzo Tinella, Castino, Perletto e le frazioni di Como e San Rocco Seno d'Elvio del comune di Alba
Provincia di Alessandria:
Acqui Terme, Alice Bel Colle, Bistagno, Cassine, Grognardo, Ricaldone, Strevi, Terzo, Visone

Informações retiradas do site do Consorzio do Vinho Moscato d'Asti
Enoabraços,
Simone Ferreira
LCB

34 comentários:

Anônimo disse...

imparato molto

Anônimo disse...

Si, probabilmente lo e

Anônimo disse...

leggere l'intero blog, pretty good

Anônimo disse...

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La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

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