terça-feira, 15 de abril de 2008

Moscato d'Asti- il nome

Questo nome conosce una certa fortuna intorno all'anno mille: prima il vino da uve moscato veniva chiamato Apicio. Columella e Plinio parlano di uve Apianae, ma in tutti e due casi si fa riferimento alla capacita di attrarre le api per la grande quantità di zuccherie l'intensità non comune degli aromi.

I primi anni del secondo millennio sono gli anni delle Crociate, dei grandi commerci con l'Oriente e Venezia è la porta verso questo mondo e detta moda. Le spezie e i profumi sono considerai la più grande raffinatezza tra le dame e signori della città. Il commercio di vini profumati i di vini speziati è ricco tanto quanto quello delle sete lavorate e delle spezie pure. Il zùcar muscà, zucchero profumato, e la noce moscata, sono esempi evidenti di questo uso del termine. Si legge in rima ducentesca: "Fresco giglio, odorosa più c'ambra o moscato".

La coltivazione del moscato, nelle Langhe e nel Monferrato, inizia presumibilmente nel 1200, e doveva essere una risorsa importante se il podestà di Canelli emana uno statuto per incarcerare coloroche "…ofendent in ipsis locis et toto anno in vineis…", cioè coloroche in questi stessi luoghi danneggiano le vigne.

Ed è del 1593 la prima documentazione di un commercio di moscato. Sitratta di una richiesta di "barbatelle di moscatello" da parte el magistrato di Casale al Comune di Santo Stefano per consegnarle al duca di Mantova e Marchese del Monferatto. E solo pochi mesi dopo ordina di inviare a Casale "quattro bottali di vino moscatello". Nel 1674 il Marchese Carlo Antonio Scampi di Canelli supplica il Duca di Savoia di accettare in dono "…un carro di Moscatello…che gli mando da Canelli…"

Enoabracos,
Simone Ferreira
LCB

Um comentário:

Anônimo disse...

Perche non:)